Roberto Grossatesta è il filosofo medievale che si è posto il problema dell'origine del mondo, un modo ancora tolemaico con al suo centro la Terra. Come dice la Genesi "e la luce fu". La luce nella sua espansione sferica porta con se la materia e crea il mondo.
Dalla pagina sul "Ilemorfismo universale"
http://www3.unisi.it/ricerca/prog/fil-med-online/temi/htm/ilemorfismo.htm
La cosmologia: Roberto Grossatesta. All’interno di una visione cosmologica, anche Roberto Grossatesta, capofila della tradizione francescana a Oxford, pone i rapporti tra forma e materia nei termini di una intrinseca unione. Accogliendo pienamente alcuni aspetti della speculazione scientifica araba, egli parla della luce come “prima forma della corporeità”. Oggetto della creazione divina, la luce sintetizza la forma e la materia nella loro esistenza primordiale. Assolutamente semplice e priva di dimensionalità, essa produce la materia estesa moltiplicandosi infinitamente. Grossatesta affida dunque alla luce l’esistenza di una materialità sottile, di per sé e sin dall’origine dotata di forma. La naturale e necessaria autopropagazione della luce gli consente, inoltre, di spiegarne il dinamismo intrinseco, da cui nasce l’intero cosmo: che raccoglie la luce originaria come lumen nel mondo astrale e come virtus in quello elementare, senza perdere il suo carattere unitario dato dall’unica forma corporea da cui è provenuto.
Dal CORSO DI STORIA DELLA FILOSOFIA PER I LICEI E PER GLI ADULTI CHE DESIDERANO CONOSCERLA: DALLA FILOSOFIA ANTICA A QUELLA CONTEMPORANEA, s cura di Francesco Lorenzoni, 2012, V.1, FILOSOFIA ANTICA E MEDIEVALE
"Ad Oxford Roberto Grossatesta, francescano, nato nel 1175, compie studi di specifica natura scientifica ed empirica sulle proprietà degli specchi e sulle lenti, benché all'interno di una "cosmologia della luce" (la prima realtà creata è la luce e le nove sfere celesti, mentre i quattro elementi terrestri si formano attraverso processi di diffusione, aggregazione e disgregazione della luce). Ma soprattutto egli esprime un principio che sarà a fondamento del pensiero di Galileo e della fisica moderna, vale a dire il principio dell'utilità dello studio delle linee, degli angoli e delle figure geometriche, poiché senza di esso non si può conoscere niente della filosofia naturale."